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Festa del Redentore: Venezia come non l’avete mai vista

Tutto quello che c’è da sapere sulla più grande e attesa celebrazione di Venezia: tra fuochi d’artificio mozzafiato e tradizioni secolari, la Festa del Redentore regala un’esperienza unica al mondo

Le sue origini sono riconducibili al XVII secolo e derivano dall’euforia collettiva del popolo veneziano per la sconfitta dell’epidemia di peste che affliggeva la città. 

Oggi, come per qualsiasi altra festa religiosa veneziana, sacro e profano si incontrano e, dunque, tra una messa e un cicchetto, si può osservare la parata di tutto l’arsenale veneziano vestito a festa. 

Si svolge ogni anno la terza domenica di luglio. Una vera e propria festa cittadina dove la partecipazione popolare supera addirittura quella del Carnevale e della Regata Storica. Per la Festa del Redentore, Venezia si anima per un weekend intero con un calendario di eventi ricco e vario.

Dal pomeriggio del sabato i festeggiamenti vanno avanti per tutta la notte sulle barche, lungo i canali e nei palazzi storici.

E per un weekend all’anno l’isola maggiore di Venezia si unisce con l’Isola della Giudecca, una passeggiata davvero suggestiva nel rispetto della tradizione.

Un pizzico di storia 

Tra il 1575 e il 1577 Venezia fu colpita da quella che forse potrebbe essere definita la più terribile epidemia di peste della città lagunare dopo quella del 1348.

Morirono circa 50.000 persone, quasi un terzo della popolazione cittadina. La peste arrivava in un momento difficile per la città, la Serenissima aveva già perso molti territori nel Mediterraneo, tra cui Cipro, e per non far trapelare la vulnerabilità conseguente all’epidemia stessa, esitò nell’ammettere la drammaticità dei fatti contribuendo in tal modo all’espandersi del fenomeno.

Solo in un secondo tempo i Provveditori alla Sanità adottarono le misure necessarie, isolando i contagiati dal morbo e tentando di combattere la malattia.
Al Lazzaretto Nuovo venivano portati i sospetti appestati e se il contagio era certo, venivano poi trasferiti al Lazzaretto Vecchio, ma ne arrivavano a migliaia. Il Senato diede allora l’autorizzazione ad ammassare le persone su barche e navi ancorate in prossimità delle due isole.

In tutta la città nel frattempo si accendevano fuochi “purificatori”, utilizzando legno di ginepro, il cui fumo, secondo i medici del tempo, avrebbe dovuto contrastare la peste.

Ed è in questo periodo che si presume sia stata ideata  una “tenuta medica” (anche se alcune fonti ne attribuiscono la paternità al 1630) divenuta successivamente una delle più tipiche maschere veneziane: il medico della peste. Nessuna cura era infatti possibile e si riteneva fosse l’aria malsana a diffondere il male. Nel becco ricurvo veniva allora posta una mistura di erbe profumate, aglio e una spugna bagnata d’aceto, con lo scopo di purificare l’aria e preservare i medici dal contagio.

Il 4 settembre del 1576 il Senato della Serenissima decretò di erigere una chiesa intitolata a Cristo Redentore quale ex voto per liberare la città dalla peste, e la prima pietra fu posta il 3 maggio 1577.
Il progetto venne affidato al Palladio che dal 1570 era il Proto della Serenissima, ovvero l’architetto capo della Repubblica Veneta.

Il 20 luglio del 1577, per festeggiare la fine della peste, fu costruito per la prima volta un ponte di barche per raggiungere il luogo in cui stava sorgendo la Basilica ed ebbe luogo la prima processione, e la tradizione continua ancora oggi.

Da quel giorno, la chiesa del Redentore è il simbolo di un momento decisivo per la città di Venezia che si liberò, nello stesso anno di inizio della costruzione di questa chiesa, da quella terribile pestilenza che l’aveva devastata da ogni punto di vista.

 

Da ieri a oggi: l’evoluzione dei festeggiamenti 

Erano diversi i giorni dedicati ai festeggiamenti del Redentore nell’Ottocento. Il primo giorno, il sabato del Redentore, si andava con le proprie barche, addobbate con fiori, palloncini luminosi e fronde all’isola della Giudecca. Lì, lungo le rive, sorgevano piccoli chioschi adibiti alla vendita di finocchio, more, di acqua di Melissa dei Padri Carmelitani Scalzi, di sogliole in saor, anatre e polli arrosto. Poi, la tradizione voleva che i veneziani si spostassero in barca al Lido per vedere l’alba. La domenica mattina, invece, era dedicata alla processione religiosa che partiva dalla Basilica di San Marco e attraversava il canale, sul ponte votivo, fino a raggiungere la chiesa del Redentore alla Giudecca. La sera, infine, si poteva assistere allo spettacolo dei fuochi pirotecnici.

Oggi, la Festa del Redentore viene celebrata mantenendo la maggior parte delle tradizioni del passato. Oltre al ponte votivo, inaugurato il venerdì sera prima del sabato del Redentore e alla processione e Santa Messa, la Festa del Redentore viene celebrata dai veneziani sulle rive della Giudecca con tavolate tra amici e familiari dove si possono assaporare i cibi della tradizione culinaria veneziana, o direttamente in barca, rigorosamente addobbata a festa e ormeggiata in Canale della Giudecca.

Il ponte votivo, in passato costituito da barche messe l’una a fianco all’altra, oggi è realizzato da più parti in legno assemblate e poggiate su supporti galleggianti e permette l’attraversamento a piedi del canale della Giudecca a partire dalle Zattere, all’altezza della Chiesa dello Spirito Santo, fino a raggiungere l’ingresso della chiesa del Redentore sulla riva opposta del canale. Questo provvisorio attraversamento pedonale viene utilizzato dalla maggior parte dei veneziani e dei turisti per raggiungere l’isola della Giudecca durante i giorni di festa del Redentore. 

Un weekend di festa 

Si può quindi affermare che la vera e grande festa per i veneziani è il Redentore, dove ci si può godere i fuochi d’artificio più belli del mondo in barca, nel Bacino di San Marco.
Sono esattamente 447 anni che Venezia si veste di luci, le barche vengono addobbate, ovunque bancarelle e chioschi offrono cibo tradizionale, mentre i veneziani allestiscono sulle rive lunghe tavolate dove cenare in compagnia.

Le celebrazioni iniziano il venerdì con la tradizionale apertura del ponte votivo da parte delle autorità civili e religiose. Il percorso galleggiante temporaneo, con i suoi 334 metri di lunghezza, lega saldamente Fondamenta delle Zattere e la Basilica del Cristo Redentore sull’isola della Giudecca, due estremità della Città di Venezia solitamente divise dall’acqua della laguna.

Il sabato arriva con la notte famosissima, che, dopo le solenni funzioni religiose, culmina con lo spettacolo pirotecnico intitolato “Le luci di Marco Polo” che illuminano tutto il Bacino e sono dedicate al grande viaggiatore veneziano. 

I veneziani raggiungono il bacino con le loro imbarcazioni ben illuminate e addobbate sulle quali cenano in attesa dei fuochi previsti alle h23.30. Per chi non ha una barca, è possibile noleggiarne una oppure imbarcarsi su una gondola, su un taxi o su una delle tante mini-crociere che vengono offerte per la nottata più lunga di Venezia.

Lo spettacolo pirotecnico evoca la magia del viaggio di Marco Polo e le tappe della sua straordinaria impresa attraverso i colori dei fuochi, dal rosso delle spezie orientali all’oro di Venezia fino al verde delle pianure asiatiche e al blu del Mediteranno. Circa quaranta minuti di fuochi d’artificio, trasformeranno il cielo di Venezia in un affresco di luci e colori, ripercorrendo le memorabili tappe del viaggio di Marco Polo.

Un tripudio di colori, che si conclude in una cascata di fuochi color oro luccicante, simbolo delle ricchezze e delle meraviglie che Marco Polo portò con sé al suo ritorno. 

Anche l’edizione di quest’anno ha visto fuochi diffusi ad Asseggiano, Malcontenta e Pellestrina, mentre Murano, Marghera e Gazzera si sono animate con attività di intrattenimento e musica. 

Domenica, infine, lascia spazio alla dimensione sportiva. Nel Canale della Giudecca, si tengono le tradizionali Regate del Redentore: prima la regata su pupparini a 2 remi, poi quella su gondole a 2 remi. Le celebrazioni si concludono con la Santa Messa Votiva nella Chiesa del Redentore.

La Festa del Redentore è tra le manifestazioni cittadine più sentite della città e da vita ad un’atmosfera ineguagliabile, carica di storia, emozioni e colori. 

Non c’è cosa più incantevole di Venezia in festa!

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